Salve carissimi!
Torno a queste amene pagine, unendomi a Viola in questa discussione, lo faccio con la solita discrezione
o timidezza che dir si voglia caro Uno, esprimendo i miei pensieri semplici, frutto di riflessioni non troppo
dotte ma sempre sinceri nella speranza che ciò sia un apporto tuttavia costruttivo per tutti.
Voglio partire dalle prime considerazioni di Uno e del Marchese circa la semina:
M. di Caraba, 05/03/2009 14.57:
Il fatto è che sono convinto che chi è buono e saggio (ammettendo che bontà e saggezza vadano
a braccetto) non possa esimersi dall'imitazione di Dio e della Natura.
Come il sole e la luna illuminano tutti, la terra nutre tutti, l'acqua disseta tutti così il saggio
semina la saggezza in ogni dove, ed il sapiente sapienza e tutto ciò "sempre" e con fiducia.
Questo il punto di vista che ovviamente potrebbe essere errato.
Salut
MdC
|UNO|, 07/03/2009 19.10:
Invece come dice la parabola del seminatore è
inevitabile che quando semini, vuoi per il vento o per altri fattori alcuni semi vadano anche dove
le probabilità di attecchire sono prossime allo zero (esattamente come fa la casualità della natura).
Ma tra che ci vadano perchè così deve essere e che ce li sprechi ne corre.
Penso che in questo caso entrambi stiate dicendo qualcosa di simile o quasi, o che comunque la verità sta nel
mezzo, vedetela come vi pare.
Come il sole non può fare a meno di splendere illuminare e scaldare, il saggio non può evitare di
essere saggio, così, anche il suo silenzio dinnanzi ai terreni più impervi sarà seme di saggezza.
Il quarto esagramma dell'I-Ching, Meng (La stoltezza giovanile) recita:
"Stoltezza giovanile ha riuscita.
Non io cerco il giovane stolto,
il giovane stolto ricerca me.
Consultato una prima volta, io do responso.
Se egli interroga due, tre volte, è importuno.
Se egli importuna non do responso.
Propizia è perseveranza."
Questo esagramma parla del rapporto fra maestro (saggio) e allievo (giovane incolto e per questo stolto)
e credo che si adatti bene alla nostra storiella, dove l'uccellino è il maestro e il cacciatore l'allievo
che va a cercarlo ma che, invece di apprendere importuna.
Un'altro esagramma, invece parla del saggio detto anche "grande uomo":
si tratta dell'immagine riferita al trentesimo esagramma "Li", la figlia mediana (l'Aderente, il Fuoco)
"Il chiarore sorge due volte: l'immagine del
fuoco.
Così il grande uomo, continuando questo chia-
rore, illumina
le quattro regioni del mondo."
Imitando la natura, il grande uomo splende come il sole a causa della chiarezza della sua indole e rischiara
l'oscurità del mondo.
Così, pur non donando perle ai porci, semina ovunque.
Infine concordo col discorso sulla legge di mercato, anche se da un punto di vista umano-sentimentale può
sembrare un discorso duro e freddo. Hai ragione Uno, tutto ha un prezzo, la saggezza come la stupidità,
sapienza e ignoranza, per tutto c'è una contropartita e tutto ha un valore intrinseco o attribuito dal "venditore/compratore"
Vi saluto timidamente cari amici,
alla prossima.