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Favole

Ultimo Aggiornamento: 24/07/2009 15:48
02/04/2009 13:58
 
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Salve carissimi!
Torno a queste amene pagine, unendomi a Viola in questa discussione, lo faccio con la solita discrezione
o timidezza che dir si voglia caro Uno, esprimendo i miei pensieri semplici, frutto di riflessioni non troppo
dotte ma sempre sinceri nella speranza che ciò sia un apporto tuttavia costruttivo per tutti.
Voglio partire dalle prime considerazioni di Uno e del Marchese circa la semina:

M. di Caraba, 05/03/2009 14.57:


Il fatto è che sono convinto che chi è buono e saggio (ammettendo che bontà e saggezza vadano
a braccetto) non possa esimersi dall'imitazione di Dio e della Natura.

Come il sole e la luna illuminano tutti, la terra nutre tutti, l'acqua disseta tutti così il saggio
semina la saggezza in ogni dove, ed il sapiente sapienza e tutto ciò "sempre" e con fiducia.

Questo il punto di vista che ovviamente potrebbe essere errato.

Salut

MdC



|UNO|, 07/03/2009 19.10:

Invece come dice la parabola del seminatore è
inevitabile che quando semini, vuoi per il vento o per altri fattori alcuni semi vadano anche dove
le probabilità di attecchire sono prossime allo zero (esattamente come fa la casualità della natura).
Ma tra che ci vadano perchè così deve essere e che ce li sprechi ne corre.



Penso che in questo caso entrambi stiate dicendo qualcosa di simile o quasi, o che comunque la verità sta nel
mezzo, vedetela come vi pare.
Come il sole non può fare a meno di splendere illuminare e scaldare, il saggio non può evitare di
essere saggio, così, anche il suo silenzio dinnanzi ai terreni più impervi sarà seme di saggezza.
Il quarto esagramma dell'I-Ching, Meng (La stoltezza giovanile) recita:

"Stoltezza giovanile ha riuscita.
Non io cerco il giovane stolto,
il giovane stolto ricerca me.
Consultato una prima volta, io do responso.
Se egli interroga due, tre volte, è importuno.
Se egli importuna non do responso.
Propizia è perseveranza."

Questo esagramma parla del rapporto fra maestro (saggio) e allievo (giovane incolto e per questo stolto)
e credo che si adatti bene alla nostra storiella, dove l'uccellino è il maestro e il cacciatore l'allievo
che va a cercarlo ma che, invece di apprendere importuna.
Un'altro esagramma, invece parla del saggio detto anche "grande uomo":
si tratta dell'immagine riferita al trentesimo esagramma "Li", la figlia mediana (l'Aderente, il Fuoco)

"Il chiarore sorge due volte: l'immagine del
fuoco.
Così il grande uomo, continuando questo chia-
rore, illumina
le quattro regioni del mondo."

Imitando la natura, il grande uomo splende come il sole a causa della chiarezza della sua indole e rischiara
l'oscurità del mondo.
Così, pur non donando perle ai porci, semina ovunque.

Infine concordo col discorso sulla legge di mercato, anche se da un punto di vista umano-sentimentale può
sembrare un discorso duro e freddo. Hai ragione Uno, tutto ha un prezzo, la saggezza come la stupidità,
sapienza e ignoranza, per tutto c'è una contropartita e tutto ha un valore intrinseco o attribuito dal "venditore/compratore"

Vi saluto timidamente cari amici,
alla prossima. [SM=g9475]
*****************************
Nec spe, nec metu

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03/04/2009 10:45
 
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Re:
bimbasperduta, 02/04/2009 13.58:



Come il sole non può fare a meno di splendere illuminare e scaldare, il saggio non può evitare di
essere saggio, così, anche il suo silenzio dinnanzi ai terreni più impervi sarà seme di saggezza.



Questo è vero, un saggio, un grand'uomo o quel che ti pare solo con la sua presenza altera (come chiunque) l'equilibrio ambientale secondo le sue sue caratteristiche costituzionali, ma è diverso dire che semina volontariamente, la cosa si confgura più (anzi solo) come influenza passiva.
Per capirci, se io ho un corpo caldo e siamo in inverno, solo se camminiamo vicini sentirai il mio calore, ma sarebbe ben diverso se io ti abbracciassi per volerti scaldare.




sapienza e ignoranza, per tutto c'è una contropartita e tutto ha un valore intrinseco o attribuito dal "venditore/compratore"



Un valore intrinseco ce l'ha solo quello che non può essere comprato


Vi saluto timidamente cari amici,
alla prossima. [SM=g9475]



Si, si... fa la timida... [SM=g9369]

Ciao a te
03/04/2009 12:34
 
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Re: Re:
|UNO|, 03/04/2009 10.45:


Questo è vero, un saggio, un grand'uomo o quel che ti pare solo con la sua presenza altera (come chiunque) l'equilibrio ambientale secondo le sue sue caratteristiche costituzionali, ma è diverso dire che semina volontariamente, la cosa si confgura più (anzi solo) come influenza passiva.
Per capirci, se io ho un corpo caldo e siamo in inverno, solo se camminiamo vicini sentirai il mio calore, ma sarebbe ben diverso se io ti abbracciassi per volerti scaldare.



Caro Uno ho sottolineato questo tuo concetto con l'asposizione della sentenza de quarto esagramma dell I-ching, in cui il maestro rifiuta l'insegnamento all'allievo che si dimostra indegno.

|UNO|, 03/04/2009 10.45:


Si, si... fa la timida... [SM=g9369]

Ciao a te



Si sono timida [SM=g9369]
Ciao.


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17/07/2009 23:24
 
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Re:
M. di Caraba, 17/02/2009 11.37:

Sapere ed Essere



Il cacciatore lo lasciò dire, poiché l'uccello lo incuriosiva.
Difendeva la sua causa meglio di un essere umano!

«Sono molto saggio. Se mi risparmi la vita, posso darti tre consigli.
Le mie parole ti saranno d'insegnamento.»

«Quali sono le tue condizioni?» chiese l'uomo, disposto a negoziare.


MdC




A me ha colpito la disposizione dell'uomo ad incuriosirsi rispetto alla conoscenza dell'uccello. Lui, che essendo cacciatore, si avvicina a questa creatura con lo scopo di farla preda, in un secondo momento mostra la volontà di voler negoziare con lei, contrattando (o cercando di farlo) un utile per entrambi. E' interesante la prospettiva del terzo principio di scambio, in questo senso.
Forse l'uccello semina davvero qualcosa, anche se il terreno non è fruttuoso, lasciando un germe importante dentro l'uomo. Una maggiore consapevolezza di come gestire certe situazioni, ad esempio. Se il cacciatore riuscisse a leggere così la sua vicenda, potrebbe pensare di non aver perso tutto, ma anzi di avervi guadaganto qualcosa.

[Modificato da (LeStelle) 17/07/2009 23:27]
Nel tuo petto sono le stelle del tuo destino (C.G.Jung)
22/07/2009 13:04
 
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Re: Re:
(LeStelle), 17/07/2009 23.24:

Forse l'uccello semina davvero qualcosa, anche se il terreno non è fruttuoso, lasciando un germe importante dentro l'uomo. Una maggiore consapevolezza di come gestire certe situazioni, ad esempio. Se il cacciatore riuscisse a leggere così la sua vicenda, potrebbe pensare di non aver perso tutto, ma anzi di avervi guadaganto qualcosa.


Caro Amico,
è davvero incredibile considerare come tutto sia relativo al punto di vista che si esamina.
Perdere... guadagnare... chi perde guadagna e chi guadagna perde?

In effetti se il cacciatore avesse subito "accoppato" l'uccellino avrebbe guadagnato
poca carne ma avrebbe perso la passibilità di "scontrarsi" con dei consigli veramente preziosi.

Questo perchè l'incontro con una persona Saggia non può che trasmettere Saggezza
che è una cosa di cui il mondo degli umani ha tanto bisogno.

Il problema è che spesso e volentieri gli uomini non distinguono chi è saggio da
chi non lo è... se si è fortunati (come nel caso del cacciatore della favola) si viene
attratti nella direzione giusta da belle piume variopinte.

Ma quante volte piume e pennacchi portano fuori strada... [SM=g11001]

Ehhh... Salute

MdC
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22/07/2009 14:12
 
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Perdere... trovare... ritrovare... non avere mai perduto... etc.

M. di Caraba, 22/07/2009 13.04:


è davvero incredibile considerare come tutto sia relativo al punto di vista che si esamina.
Perdere... guadagnare... chi perde guadagna e chi guadagna perde?

In effetti se il cacciatore avesse subito "accoppato" l'uccellino avrebbe guadagnato
poca carne ma avrebbe perso la passibilità di "scontrarsi" con dei consigli veramente preziosi.



Allora vi voglio leggere (...diciamo così) un altro passino del libro che sto leggendo grazie a Stefaniskos ("Pagine esoteriche" di Pessoa):

"Tutto è trovare qualcosa. Anche perdere è trovarsi ad avere una cosa perduta. Niente si perde; si trova soltanto. C'è nel fondo di questo pozzo, come nella favola, la Verità. Sentire è cercare".

Queste sono parole che non erano destinate alla pubblicazione in qualche opera, ma sono semplici appunti personali tra gli scarabocchi disordinati dell'autore. Perciò hanno il suono di una ispirazione fulminea, di un incoraggiamento a se stesso, per quel fragile cammino che tutti cerchiamo e su cui qualche volta ci sembra di scorgere una piccola luce. [SM=g10465]


23/07/2009 17:14
 
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Carissima Viola,
penso che le parole da te riportate non abbiano bisogno di commenti ma solo di un grazie profondo.
Penso che le ricopierò sul mio diario (eh, si, ho il diario proprio da brava bimba [SM=g7614] ) e le porterò nel mio cuore, fra tutte quelle frasi, aforismi, discorsi e immagini che mi guidano in questo cammino quando la vita mi sembra troppo difficile e il mio io non vuole accettare, penso che, in uno di quei momenti futuri penserò a te, alla tua generosità, a questa frase e, mi sarà più facile accettare le perdite che nel cammino sono inevitabili.
Grazie di cuore [SM=g7799] ,
Bimba.
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Caro Amico,
quoto in pieno le tue preziose riflessioni e quelle di Viola e di Bimba.
Chi perde guadagna e chi guadagna perde? Concordo sull’estrema relatività dei punti di vista e mi permetto di aggiungere una banale riflessione:
nell’ottica di questa meravigliosa favola, è vero che la perdita non sarà mai tale, nel senso deteriore del termine, ma consisterà sempre in un guadagno. Anche perdersi o perdere qualcosa, può essere vissuto come momento per ritrovarsi, se non addirittura reinventarsi e rinascere. Tutto si trasforma, non c’è qualcosa che vada realmente perduto.
Tutto è trovare qualcosa, ci ricordano i versi di Pessoa. Ad essi io farei seguire la poesia muta dei Tarocchi, che nell’arcano XIV, riassumono questo prezioso insegnamento. La Temperanza, simbolo della stabilità e della conservazione dell’equilibrio cosmico, L’Anima universale che è fatta di un fluido che non smette mai di scorrere, in un continuo scambio, in una continua contrattazione armonica.
Oswald Wirth, a proposito di questa simbologia ricorda come nel pantheon caldeo, il dio Ea, ripartisse la Saggezza fra gli umani attraverso il veicolo dell’acqua che cade dall’alto, una pioggia fertilizzante. Si tratta di un incontro che segna inevitabilmente e ha la capacità di rendere i Cacciatori consapevoli dell’eterno flusso vitale nel quale sono calati, accettando questo destino. Rinunciando ad inseguire, qualora pronti, piume e pennacchi vani, come suggerisce la sequenza di Arcani che precede e segue la Temperanza nei Tarocchi (O.Wirth; I Tarocchi, ed. Mediterranee –Roma).


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